lunedì 4 febbraio 2008

HAFEZ-E SHIRAZI

Tomba di Hafez a Shiraz
Noto poeta persiano, uno dei più ammirati e sentiti dal popolo iraniano.
Nasce a Shiraz attorno al 1318. Scrisse un divan (canzoniere), che comprende qasidè(componimento monorimico, scopo primario è la lode), ghazal, quartine e brevi masnavi.
Critico nei confronti dei benpensanti e perbenisti chiacchieroni a lui coevi, soprattutto nei confronti dei sufi, questo grande poeta che ancora oggi commuove il popolo iraniano e con esso chiunque legga i suoi versi. Da sempre Hafez è stato visto come un poeta mistico ma una moderna esegesi dei versi di Hafez lo rende meno mistico, meno devoto, ma guarda e rivela la sua poesia come una ricerca rivolta verso la conoscenza, quindi una poesia gnostica più che mistica.
Una combinazione di elementi poetici nuova e meno razionale di quella imposta dal dogma poetico della letteratura persiana, regala ai versi di Hafez simbolismi che condizioneranno a loro volta quest'ultima.
Nel ghazal che adesso presenterò, voglio che teniate presente ciò che è fondamentale caratteristica della poesia persiana: il dualismo, il verso che diletta ma che ha in se lettura paideuitica e più profonda, per chi sa leggere al di là delle righe.
Ancora devo dire che un eventuale commento si atterrà al modello di questa moderna esegesi Hafesiana. La ricerca di Dio, l'estremo ambire alla conoscenza o ghazal d'amore?
Ghazal 22
1-
Quando ascolti il discorso della gente del cuore (ahl-e del) non dire che è in errore
non sei conoscitore di discorsi anima mia è qui l'errore.
2- La mia testa non si è mai abbassata ne a questo mondo ne a quell'altro
grazie a Dio per qusti scompigli che ci sono nella nostra testa
3- Dentro il mio stanco cuore non so chi c'è
io resto in silenzio ma lui gene e si lamenta
4- il mio cuore si svelò (lett:uscì dal sipario), oh menestrello dove sei?
gemi (canta), grazie a questa melodia che la nostra arte (lett. lavoro) è armoniosa.
5- non ho mai fatto caso alle cose del mondo
che a mio avviso, così bene adornò il tuo volto
6- non ho dormito per i pensieri che m'attanagliavano (lett: che cuocevano) il cuore
ho un'arsura di mille notti, dov'è la taverna?
7- Così come il monastero si sporcò col sangue del mio cuore
allora lavate col vino che la verità è nelle vostre mani
8- è per questo che caro mi hanno nel convento dei maghi
perché il fuoco eterno risiede nel nostro cuore
9- quale strumento fu che nel sipario del menestrello suonò
la vita andò ma ancor oggi il cervello è pieno di quella sinfonia
10- L'annuncio del tuo amore ieri notte diedero
e tutt'ora petto di Hafez è colmo di quel suono.
COMMENTO
Al primo verso abbiamo un motivo molto importante, che accompagnerà molte poesie di Hafez: la rivelazione dei segreti.
Colui che non conosce i discorsi dell'amore ( ricordando che questo ha varie sfumature, amore di Dio, l'amor verso la conoscenza) non può capire l'animo di chi ne parla, e il segreto svelato può essere solo fonte di pericolo per il cuore colmo d'amore.
Il secondo verso mette in luce l'importanza del dubbio. Il poeta dice esplicitamente che ne la zavorra della materia ne l'elevatezza dei pensieri eterei gli interessano.
Ma la ricerca verso ciò che è sconosciuto, l'eterna sete di conoscenza che angoscia attraverso il dubbio, il dubbio attraverso il quale tutto ciò che è consolidato viene messo in discussione, è l'unico modo per assurgere alla verità, che non è mai unica.
Il tormento delle notti insonne: solo chi vive profondamente l'ansia della conoscenza, solo chi vive nel tormento della continua messa in discussione si risparmierà una vita banale.
Al verso 7 : il monastero, le bettole cristiane, le uniche dove si beveva vino in Iran, in quanto questo era vietato, dove Hafez vede nella coppa (La coppa:motivo misticheggiante, custode dei segreti, attraverso la quale si scorge la verità). potrebbe però però anche riferirsi ai conventi zoroastriani, dove si purifica il sangue simbolo di impurità col vino.
Il verso successivo si riferisce sicuramente allo zoroastrismo( antica fede iranica, sulla quale mi soffermerò prossimamente), dove i maghi , di origine iranica, hanno caro il poeta . Così come è zoroastriano il fuoco eterno.
Chissà, peccando di blasfemia, potrei azzardare un' ipotesi su un eventuale legame del poeta con la fede zoroastriana, ma essendo solo un'ipotesi senza studi approfonditi, non mi soffermerò su quest'aspetto del poeta.

venerdì 1 febbraio 2008

ESFAHAN


Ho camminato lungo questa piazza alla fine di un viaggio durato troppo poco, mi sentivo a casa.
Il sole mi riscaldava fuori ma le sue bellezze mi illuminavano dentro, ed è li che per la prima volta ho capito cos'è la pace.

SALAM SALAM

Ciao a tutti, voglio precisare che creo questo blog in onore di quella che sento come mia seconda patria: l'Iran. Iran, mondo magico fatto di profumi speziati che inebriano e ti accompagnano in luoghi fiabeschi. Un mondo, però, altrettanto controverso, dualistico oserei dire, come disse il mio beneamato Giovanni Maria D'Erme. Un mondo che ossessiona con la sua antica storia, con le sue meraviglie, un luogo che ti entra dentro e permane arricchendoti di umanità, gioie, illusioni.
Per chi non conosce l'Iran e ne è interessato, per chi lo conosce poco e vorrebbe sapere di più, per chi senza conoscerlo non lo ama, per chi lo vive, per chi lo brama come me, infine, per tutti i miei amici già abbastanza stufi delle mie chiacchiere.